Beppe Grillo continua a far parlare di sè per la sua campagna politica nettamente sopra le righe e per le sue idee che definire anticonformiste è a dir poco riduttive.
Stavolta Grillo torna a parlare di immigrazione, e cade nel razzismo più bieco: ieri dal suo blog aveva urlato che per colpa degli immigrati ben 50 mila poliziotti impegnati nelle zone dove avvengono gli sbarchi sono a rischio tubercolosi, e di conseguenza il resto della popolazione italiana.
Usare la paura irrazionale di malattie contagiose per spingere la popolazione a una rivolta politica non è certamente corretto, a tal punto che anche una 30 ina di esperti, specialisti in malattie contagiose, hanno sentito il bisogno, attraverso una lettera aperta, di smorzare i toni usati dal leader del Movimento 5 Stelle.
Gli esperti ricordano a Grillo che l’informazione deve essere scrupolosa, attenta e non fuorviante e purtroppo sono in molti a parlarne in modo maldestro: di tubercolosi ci si infetta, non ci si ammala, e mentre è giustificata la chiusura africana delle frontiere per l’ebola di cui si muore, di tubercolosi non muore nessuno da decenni, e anche se bisogna fare qualcosa per cercare di limitarla, non è diffondendo il panico collettivo.
Un’ennesima mossa politica azzardata quella del comico- leader?