Una vita di eccessi, intrighi e sregolatezze, culminata poi in un omicidio passionale. Questo è il quadro della travagliata esperienza di Gigliola Guerrinoni, divenuta nota con lo pseudonimo di Mantide di Cairo Montenotte, dopo essere stata accusata dell’omicidio del suo facoltoso amante 56enne Cesare Brin; farmacista e presidente della squadra di calcio del comune ligure Cairo Montenotte.
Così, la bionda mantide, fu condannata a 26 anni di reclusione in seguito alla conferma di una sentenza del 1991; quattro anni dopo il ritrovamento del corpo esanime del farmacista.
Oggi, il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha accolto in pieno la richiesta di Nino Marazzina, l’avvocato che nel 2002 riuscì ad ottenere per la sua cliente la semi – libertà, sul cui provvedimento a suo carico ha ottenuto l’estinzione definitiva della condanna detentiva per Gigliola Guerrinoni.La donna, per tutto questo intervallo di tempo che l’ha vista dividersi tra le mura del carcere di Rebibbia e la vita di una donna libera, ha svolto il lavoro di stiratrice d’albergo nelle ore diurne, per poi fare rientro in carcere nella notte.