120 morti, 270 feriti. Un venerdì di preghiera si trasforma in una giornata di lutto e paura per i fedeli raccolti nella Grande Moschea di Kano in Nigeria. Esplosioni di due kamikaze e raffiche di kalashnikov hanno seminato morte e disperazione nel paese già colpito e devastato dalla guerra civile.
Il luogo di culto, scelto come posto dell’attentato kamikaze, è una delle moschee più grandi e più frequentate del paese dai musulmani nigeriani. Dei 15 miliziani che hanno fatto fuoco sui fedeli in fuga, al momento dell’attentato kamikaze, quattro, raccontano le fonti, sono stati catturati direttamente dalla folla. Gli uomini sono stati linciati, degli altri undici si sono perse le tracce. Dopo l’attentato di ieri resta alta la tensione nel paese dell’Africa Occidentale. Nello stato più popoloso del continente africano questa volta a seminare la morte sono stati i gli integralisti islamici Boko Haram. Nella moschea teatro dell’attentato solo qualche giorno fa l’emiro Sanusi Lamido aveva invitato la popolazione a imbracciare le armi contro i terroristi di Boko Haram.