Il rapporto dell’Ewea, European Wind Energy Association, conferma che in Europa ben il 44% dell’acqua viene utilizzata per produrre energia.
Il rapporto dell’Ewea sottolinea anche come sia possibile cominciare a risparmiare seriamente sulla quantità d’acqua utilizzata, ecco perché il nome è tutto un programma “Risparmiare acqua con l’eolico”, questo l’allarme lanciato dall’associazione.
Il 44% dell’acqua, come detto, viene utilizzato per produrre energia e quindi incamerato per mandare avanti le varie centrali, che siano a gas a carbone o nucleari, il rapporto fa il paio con lo studio sviluppato dall’Università di Kassul che snocciola previsioni.
Le previsioni nei prossimi anni sono di possibile siccità in tutta la fascia europea, se si pensa che solo una centrale nucleare consuma produce un MWh in cambio di 2,7 metri cubi d’acqua, e non sono da meno le centrali a carbone con 1,9 metri cubi.
L’Ewea invita l’Europa a considerare la qualità e soprattutto l’utilizzo dell’energia eolica, fattore unico per deviare le previsioni di siccità delineate nei prossimi decenni.
Parrebbe interessante la riflessione dei sostenitori del Vento.
Forse sarebbe stato anche più utile ed interessante precisare che l’acqua negli impianti termoelettrici e termonucleari serve semplicemente per raffreddare gli impianti, non entrando in alcun modo a contatto con i combustibili.
Ulteriormente utile ed interessante sarebbe stato indicare quanta di quell’acqua (o meglio per quanti di quesgli impianti e di quale tipologia), si utilizza per il raffreddamento l’acqua di mare, opportunamente desalinizzata.
Infine, tenuto conto che nell’azione di raffreddamento, l’acqua si scalda e si trasforma in parte in vapore (che sono poi in larga parte quelle emissioni di “fumo” bionco che si vede emettere dai camini di tali Centrali (e che taluni “furbi” demonizzatori, sono talvolta riprese speculativamente in controluce per farle sembrare grige e/o scure con lo scopo di far intendere che si tratti di “fumi inquinanti e polverosi” quando invece si tratta di “vapor acqueo” che va in atmosfera e da dove poi ritorna al suolo in forma di precipitazioni piovose.
Ora, se consideriamo che tali precipitazioni ricadono poi in parte sulla terraferma, si potrebbe anche osservare che l’azione primaria di desalinizzazione consente così di avere un quantitativo aggiuntivo di “acqua dolce” che come pioggia va poi ad incrementare l’irrigazione che certamente non verrebbe alternativamente fatta utilizzando la stessa acqua marina.
Per l’azione di desalinizzazione serve energia a basso costo e questo è un ulteriore vantaggio che le Centrali termoelettriche convenzionali possono offrire, grazie al fatto di poter disporre di energia elettrica, sempre e quando serve a condizioni davvero ragionevoli e sostenibili.
Poi, quando e dove spira il vento, certo si può attingere anche a questa fonte intermittente e complementare, giammai alternativa.