Boulogne-sur-Mer, Calais, Francia. La piccola Chloè, una bambina di nove anni, era stata rapita nel pomeriggio di mercoledì mentre stava giocando nel giardino di casa con una amichetta. Alcuni testimoni avevano raccontato di aver visto un’auto rossa che si era allontanata con la bimba a bordo.
Il suo corpo è stato ritrovato nudo, senza vita, in un bosco vicino alla sua casa. Lì è stata trovata anche l’auto rossa, immatricolata in Polonia. La bambina è stata violentata e poi strangolata.
A Calais, “la popolazione è profondamente scioccata”, ha dichiarato il premier Manuel Valls che ha espresso le sue condoglianze alla famiglia della piccola.
L’orco, subito fermato, è un pregiudicato polacco di 38 anni, Zbigniew H., già condannato a sei anni nel 2010. “Mi chiedo come potesse ancora girare nel nostro Paese”, ha dichiarato la mamma della piccola, devastata dalla perdita.
Il procuratore di Boulogne-sur-Mer, Jean-Pierre Valensi, ha reso noto che l’assassino “ha immediatamente riconosciuto il suo coinvolgimento nella morte della piccola”. Il 27 marzo del 2014 “era stato consegnato alle autorità polacche che avevano emesso un mandato di arresto europeo per reati di furto con scasso commessi nel 2000 a Varsavia”, ha continuato il procuratore Valensi che sottolineando che all’uomo non gli era stato vietato di entrare in Francia, come precedentemente sostenuto dal ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve.
L’uomo ha raccontato nel corso dell’interrogatorio che era arrivato a Calais in Francia, mercoledì mattina sprovvisto di passaporto con l’intento di attraversare la Manica e raggiungere sua sorella a Southampton, in Inghilterra. Si è fermato per prendere una birra e ha visto la piccola Chloè che si è avvicinata e, giocando, lo ha spruzzato con una pistola ad acqua. Da lì il raptus dell’assassino.