Giornata contro le mafie, a Locri hanno sfilato in 25mila: “Oggi siamo tutti sbirri”, dice Don Luigi Ciotti.
E così questo tentativo di rivalsa, di voglia di fare, di denunciare e di essere, si è trasformato in una grande manifestazione di protesta a Locri contro le mafie. Una reazione ferma anche contro le scritte provocatorie e mafiose comparse ieri contro lo Stato e a favore della mafia.
Il problema, come al solito nel nostro Paese, è la voglia e la forza di continuare, il non fermarsi lì, a Locri; l’operare una manutenzione costante contro il sistema mafioso, e farlo quotidianamente, con azioni e comportamenti che possono essere anche più importanti di una grande manifestazione.
In testa al corteo ci sono i familiari delle vittime della mafia, con lo striscione: Luoghi di speranza, testimoni di bellezza. E Don Ciotti, fondatore dell’Associazione Libera, che proclama: “Oggi a Locri siamo tutti sbirri. Ricorderemo tanti nomi di esponenti delle Forze dell’Ordine che hanno parso la vita e nessuno li può etichettare e insultare”.
Ciò che pensa Pietro Grasso, Presidente del Senato, nei confronti di chi ha fatto le scritte, è chiaro: “Se volevano ottenere un effetto, hanno ottenuto quello contrario, cioè di una piena solidarietà da parte di tutta Italia a Libera, a Don Ciotti e a questo movimento, che è un movimento per la legalità e per l’affermazione della cultura della legalità”.
A Locri sono in 25.000. Tanti i ragazzi con cartelli dipinti con i colori della pace. E su tutti campeggia la scritta: “No alla mafia”. Centinaia le scuole, tanti gli enti e le associazioni giunti da ogni dove. Sono arrivate scuole da Siracusa, Messina, Potenza. Il corteo è ordinato.
Non ci sono slogan, sono già abbastanza eloquenti quei cartelli con la foto e il nome delle vittime delle mafie. E quanta emozione quando quei nomi sono pronunciati sul palco con la voce rotta dalla commozione del dicitore di turno.
Che a far volare quei nomi sul cielo di Locri, fosse il Vescovo Savino di Cassano All’Ionio, la mamma, l’amico o il fratello della vittima, un parroco, un sindaco o un sindacalista, non aveva importanza alcuna: il brivido che attraversava la pelle, era lo stesso per tutti.
Da Locri Don Ciotti lancia un messaggio chiaro: “Dobbiamo sconfiggere la bestia della corruzione: oggi tra criminalità organizzata, politica, ed economica è sempre più difficile distinguere. Corrado Alvaro ci ricorda che la politica è etica, servizio per il bene comune. Se è asservita al denaro e al potere ruba speranza e futuro a un popolo. Purtroppo ci sono politici che non lo hanno capito, ma non si può sempre aspettare che siano i magistrati a beccarli. Le forze politiche devono saper fare una selezione. E voi cittadini, usate la testa”.
Immagini esclusive: 24hlive.it (Eleonora Gitto)