Dopo una polmonite che si è così aggravata tantissima, ci ha lasciati lo scrittore colombiano, Premio Nobel, Gabriel Garcia Marquez.
È deceduto nel nosocomio di Città del Messico, ad 87 anni.
Nato ad Aracataca Màrquez ha cominciato a lavorare come reporter, redattore e critico cinematografico.
Poi si avvicina alla letteratura con il romanzo capolavoro, Cent’anni di solitudine che ha venduto oltre 50 milioni di copie. Fu scritto in 25 lingue.
Nella sua lunga vita ha conosciuto tutti, da Fidel Castro a Bill Clinton. Ha lavorato nell’agenzia Prensa latina, prima a Bogotà, poi a New York, fondata dallo stesso Castro. Marquez si trasferisce in Messico dove ha vissuto stabilmente dal 1976.
Altre opere importanti sono L’autunno del patriarca, Cronaca di una morte annunciata, L’amore ai tempi del colera e Vivere per raccontarla. Comincia poi la sua lotta contro il cancro nel 2001.
È uno dei maggiori rappresentante del realismo fantastico che è una corrente artistico-letteraria, che descrive con particolari realistici la realtà dove sono presenti elementi magici.
Non è vero che la gente smette di inseguire i suoi sogni perché invecchia, è che invecchia perché smette di inseguire i suoi sogni: questo l’insegnamento di Gabo.