Un’inquietudine interiore che nessuno aveva saputo cogliere, un malessere talmente profondo e radicato da spingerla a fare il più terribile dei gesti.
Nella giornata di ieri una donna militare dell’Esercito è stata trovata morta, uccisa da un colpo di pistola, nei bagni della stazione Flaminio della metro A di Roma.
Caterina Glorioso si chiamava, aveva trent’anni ed è stata lei stessa con un colpo di pistola a togliersi la vita, lasciando una lettera di 15 pagine per spiegare i motivi che l’hanno spinta a farla finita.
La lettera è stata posta sotto sequestro, mentre la Procura ha aperto un fascicolo ipotizzando, come da prassi, il reato di istigazione al suicidio.
La soldatessa faceva parte del Secondo Reggimento Pontieri di Piacenza, dove prestava servizio da cinque anni.
Secondo le ricostruzioni degli investigatori poco prima di entrare in servizio, vestita regolarmente in uniforme, è entrata nel bagno della stazione della metropolitana e si è sparata un colpo con la pistola di ordinanza. Era distaccata a Roma per l’operazione ‘Strade sicure’.