Se è vero che l’epidemia di Coronavirus era imprevedibile ed è tuttora in larga parte incontrollabile, con tutte le conseguenti misure limitative della nostra libertà che ha comportato, è altrettanto vero che la scuola è uno di quei settori che più ha “sofferto” il blocco improvviso.
Da un giorno all’altro gli studenti sono stati costretti a fare lezione a distanza, sovente senza gli strumenti necessari, senza pc e tablet per moltissime famiglie, senza l’adeguata preparazione all’uso di questi stessi strumenti anche da parte degli insegnanti.
Se quindi in questi mesi si è continuato a far lezione, il tutto non è certamente paragonabile alla didattica in aula, in presenza, ed anche per questo in un primo momento si era detto di evitare le bocciature, per non penalizzare ulteriormente magari studenti già alle prese con gap tecnologici, sociali ed economici.
Ma nelle scorse ore la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina in audizione alla Camera ci ha tenuto a precisare: “Resta ferma la possibilità di non ammettere all’anno successivo studentesse e studenti con un quadro carente fin dal primo periodo scolastico“.
“La valutazione avverrà sulla base di quanto svolto, gli alunni potranno essere promossi anche in presenza di voti sotto il sei. Ma non sarà ‘6 politico’. Le insufficienze compariranno nel documento di valutazione“, ha detto.
La ministra ha poi aggiunto che le condizioni sanitarie, ad oggi, «non consentono di terminare l’anno scolastico in presenza, a scuola» e che per tale ragione il governo «ha deciso il rientro a scuola da settembre prossimo».
Azzolina ha infine ricordato che gli esami di maturità inizieranno «il 17 giugno, con lo svolgimento di colloqui, della durata massima di circa un’ora, in presenza, senza che comunque sia messa a repentaglio la sicurezza per tutte le persone coinvolte».