Il presidente Donald Trump ne è stato convinto fin dall’inizio e lo ha sempre ripetuto a gran voce: la “colpa” della pandemia di coronavirus è da attribuire in gran parte alla Cina.
In primis perché, sempre secondo le accuse, il virus sarebbe partito da un laboratorio di Wuhan, ma anche e soprattutto perché nelle prime settimane la Cina avrebbe nascosto molti dati ed informazioni che se comunicati in tempi celeri avrebbero potuto, probabilmente, salvare decine di migliaia di persone nel mondo.
Ed ora, a quanto pare, sarebbero emersi dei documenti che confermano le accuse: la Cina ritardò la comunicazione dei dati sul coronavirus e in alcuni casi li nascose provocando grande frustrazione tra i ranghi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Questo è quanto emerge da un’inchiesta dell’Associated Press, pubblicata sul suo sito e fondata sulla documentazione riservata dei vertici dell’agenzia dell’Onu.
Registrazioni delle riunioni interne dell’Oms, email e interviste ottenute dall’Associated Press mostrano che i funzionari erano in realtà preoccupati che la Cina non condividesse informazioni per valutare il rischio rappresentato dal nuovo virus. Carte quindi dalle quali viene fuori un dietro le quinte ben diverso dalle lodi pubbliche fatte proprio dall’Oms nei confronti di Pechino.