Sono stati pubblicati i dati di uno studio che ha rilevato come l’abitudine di strappare i peli del naso può aumentare il rischio di Alzheimer, la forma più comune di demenza.
Lo scorso febbraio, un gruppo di ricercatori nello stato australiano del Queensland ha pubblicato uno studio sulla rivista “Scientific Reports” su questo argomento, ma nonostante ciò, i media non hanno diffuso ampiamente i risultati, fino a circa 8 mesi dopo, a seguito di una dichiarazione dei media rilasciata dalla Griffith University a fine ottobre.
Le prove che collegano il naso con il rischio di demenza sono ancora in qualche modo inconcludenti, secondo il sito web di The Conversation.
La dichiarazione ai media dell’università affermava chiaramente che la ricerca è stata condotta sui topi, non sugli esseri umani, ma allo stesso tempo, la dichiarazione citava un ricercatore secondo cui esiste la possibilità che questa materia venga trasmessa agli esseri umani.
La necrosi nasale e rischio Alzheimer
I ricercatori erano interessati a sapere dove viaggiano i batteri della clamidia, quanto velocemente viaggiano dal naso al cervello e se questi batteri avrebbero creato un segno distintivo del morbo di Alzheimer trovato nel tessuto cerebrale, amiloide-β, quindi hanno condotto questo studio sui topi.
I ricercatori hanno iniettato i batteri della clamidia nel naso di alcuni topi e hanno confrontato i loro risultati con quelli che hanno ricevuto invece una dose di acqua salata, quindi hanno aspettato da uno a 28 giorni prima di sopprimere gli animali e quindi hanno esaminato cosa stava succedendo nel loro cervello.
I risultati dello studio
I ricercatori hanno trovato una grande quantità di batteri nella regione olfattiva del cervello, che è la parte del cervello più vicina al naso, nei topi che hanno ricevuto la dose infettiva nel cervello, ma era più diffusa in loro.
Certo lo strapparsi i peli del naso non provoca direttamente il morbo di Alzheimer, ma la dichiarazione dei media ha citato uno dei ricercatori che partecipano allo studio che queste abitudini non sono una buona idea perché possono danneggiare il naso.
La dichiarazione consigliava che il naso potesse essere protetto evitando la necrosi e riducendo così il rischio di malattia di Alzheimer, ma questo non è stato menzionato nello studio stesso.
Inoltre, alcuni ricercatori hanno suggerito che i depositi di β-amiloide negli animali sono diversi da quelli negli esseri umani e quindi potrebbero non essere adatti per il confronto.
Cos’è la necrosi nasale
La necrosi del naso è una pratica comune praticata dalla maggior parte delle persone, poiché 9 persone su 10 ammettono di praticare questa abitudine e all’età di 20 anni circa il 50% delle persone ha prove della presenza di batteri della clamidia nel sangue, e questo la percentuale sale all’80% nelle persone di età compresa tra 60 e 70 anni, ma non si sa se tutti questi fattori siano correlati tra loro oppure no.