Nelle ultime settimane ha tenuto banco anche in Italia la questione carceri: troppi detenuti in spazi troppo stretti rendono impossibile applicare le norme di distanziamento sociale per combattere il contagio da coronavirus.
Ecco perché si è provveduto a scarcerare il più possibile e a concedere gli arresti domiciliari: persino detenuti in regime di carcere duro hanno buone probabilità di tornare nelle loro case.
Ma in altre parti del mondo la situazione è ancora più drammatica, addirittura inimmaginabile per noi.
E il motivo non è neppure riconducibile direttamente alla pandemia: il presidente della repubblica centramericana di El Salvador, Nayib Bukele, ha radunato centinaia di membri delle pericolose gang criminali del paese che sono detenuti in diverse carceri per perquisire le loro celle, facendo una gran pubblicità all’operazione sui social network.
Nelle immagini si vedono centinaia di detenuti, praticamente nudi, accatastati l’uno contro l’altro nel cortile del carcere come punizione. Ha anche twittato un video che mostra i detenuti che fanno cenni con gli asciugamani da dietro le sbarre sostenendo che è così che i detenuti comunicavano con il mondo esterno impartendo gli ordini per gli omicidi.
La misura è stata decisa dopo un inatteso picco negli omicidi avvenuto nel weekend, ma oltre a essere contro ogni diritto umano, questa misura preoccupa i più: se qualcuno fosse contagiato, sarebbe impossibile fermare il diffondersi del virus, rischiando una vera e propria carneficina.