Un buon bicchiere di vino o di birra in compagnia non ha mai fatto male a nessuno, ed anzi da sempre i medici ne hanno sottolineato persino le proprietà benefiche.
Ma come in tutte le cose, la virtù sta nel mezzo, e non si deve mai sfociare nell’abuso, che al contrario è una piaga da arginare assolutamente.
E purtroppo negli ultimi anni il consumo di alcol nel nostro paese è cresciuto esponenzialmente, mentre parallelamente si è abbassata sempre più l’età in cui ci si avvicina al primo bicchiere.
Secondo quanto emerge dalla Relazione al Parlamento trasmessa dal ministro della Salute Giulia Grillo alle Camere, in Italia sono 8 milioni e 600mila i consumatori di alcol a rischio, 68mila le persone alcol-dipendenti prese in carico dai servizi di cura, 4.575 gli incidenti stradali causati dal consumo di alcolici.
Tra questi molti sono anziani o giovanissimi: circa 700mila minorenni e 2,7 milioni di over 65 sono consumatori a rischio per patologie e problematiche legate all’alcol.
La bevanda alcolica maggiormente consumata è il vino (48,1%), seguito dalla birra (27,1%), dai superalcolici (10,3%) e dagli aperitivi, amari e digestivi (5,5%).
I dati disponibili più recenti sui decessi totalmente attribuibili all’alcol si riferiscono al 2015, anno in cui in Italia sono stati registrati 1.240 decessi, di cui 1016 (81,9%) uomini e 224 donne (18,1%). Le due patologie che causano il numero maggiore di morti per entrambi i sessi sono le epatopatie alcoliche e sindromi psicotiche indotte da alcol.