Nelle ultime settimane abbiamo seguito con attenzione la storia del piccolo Alex, il bambino di 18 mesi affetto da linfoistiocitosi emofagocitica (HLH), la cui vita è legata ad un filo: se infatti non riceverà al più presto un trapianto sarà inevitabilmente destinato a spegnersi.
Prima la gara di solidarietà che ha portato migliaia di persone in piazza per testare la compatibilità del proprio midollo per trovare un donatore compatibile, ora l’arrivo al Bambin Gesù: sarà l’ospedale pediatrico romano a procedere al tanto atteso trapianto.
Non avendo avuto successo la ricerca di un donatore totalmente compatibile, verrà sottoposto a un’innovativa tecnica di trapianto di midollo da genitore con manipolazione delle cellule staminali.
I medici non nascondono che il caso è complesso, ma le condizioni generali di Alex «sono buone» e il trattamento farmacologico in corso, avviato al Great Ormond Street Hospital di Londra, «sta contribuendo efficacemente al contenimento della malattia e verrà proseguito» fino al giorno dell’intervento.
Il trapianto di cellule staminali verrà effettuato verosimilmente intorno alla metà di dicembre 2018. Fin da subito Alex verrà sottoposto a una serie di esami ematochimici (principalmente indagini microbiologiche) e strumentali, necessari prima di procedere con il trapianto di cellule staminali emopoietiche da genitore. Parallelamente i genitori del piccolo effettueranno esami di screening per valutarne l’eleggibilità alla donazione di cellule staminali emopoietiche.