Uno studio condotto dai ricercatori della University of California, e pubblicata sulla nota rivista Nature Neuroscience, ha dimostrato come il cervello umano possa essere in grado di compensare alcuni dei principali cambiamenti facilmente osservati nella malattia del mordo di Alzheimer.
Questo aspetto spiega il perchè alcune persone sono più soggette alla malattia rispetto ad altre o perchè hanno un esordio più tardivo rispetto ad altri. Lo studio rileva che, coloro i quali resistono alla malattia, sembra che abbiamo una maggiore riserva cognitiva, ovvero dei circuiti cerebrali aggiuntivi che si attivano nel momento in cui altre parti del cervello diventano troppo danneggiate dalle placche e dalla stessa malattia.
A tal proposito, è intervenuta la dottoressa Laura Phipps, del centro di Ricerca sull’Alzheimer in Gran Bretagna, la quale ha dichiarato: Questo piccolo studio suggerisce che il nostro cervello può avere modi di resistere al danno precoce da proteine, ma sono necessari ulteriori ricerche per sapere come interpretare questi risultati. “Studi a più lungo termine sono necessari per confermare se l’attività cerebrale in più, rilevata in questa ricerca, è un segno del cervello per compensare i danni presto, e se sì, per quanto tempo il cervello possa essere in grado di combattere questo danno.”