Il 5 gennaio scorso Laurent Stefanini è stato nominato come ambasciatore francese presso la Santa Sede da François Hollande per sostituire Bruno Jouber, ora alla Corte dei Conti. Tale ruolo non è stato ancora accreditato dal Vaticano. Il motivo, secondo i media francesi, sarebbe la sua omosessualità.
Sembra che qualche membro della Curia avrebbe considerato la scelta un po’ troppo azzardata, come una provocazione da parte di Hollande, nonostante lo stesso Pontefice, nel 2013, fece un passo avanti verso gli omosessuali dichiarando: “Se una persona è gay, e ha cercato il Signore con buona volontà, chi sono io per giudicare?”.
Dettaglio che metterebbe in ombra il curriculum perfetto di Stefanini, 55 anni, descritto come un cattolico praticante, non sposato e senza figli, primo consigliere dell’ambasciata dal 2001 al 2005 e poi consulente per gli affari religiosi.
A quanto pare la lettera dell’arcivescovo di Parigi, il cardinale André Vingt-Trois, arrivata al Papa l’11 febbraio per chiedere di accettare l’ambasciatore scelto dalla Francia, non è stata convincente.
Inoltre Stefanini ha accolto Papa Francesco all’aeroporto di Strasburgo il 25 novembre scorso, inoltre, al termine della visita del Papa, è anche entrato nell’aereo per il congedo del Santo Padre del suolo francese.
Ma non è la prima volta che la Francia trova difficoltà con lo Stato Pontificio: nel 2007-2008 il posto rimase vacante per un oltre un anno, perché Papa Benedetto XVI rifiutò prima lo scrittore Denis Tillinac, divorziato e risposato, e poi di Jean-Loup Kuhn-Delforge, apertamente omosessuale e unito al suo compagno dall’unione civile Pacs, oggi ambasciatore francese in Grecia.
Per questo l’Arcigay, l’Associazione lesbica e gay italiana commenta questi fatti come una “grave discriminazione” e Franco Grillini, leader del movimento omosessuale in Italia, critica più aspramente l’episodio parlando di “puro razzismo”.