Se ne è parlato tantissimo negli ultimi mesi, con strumentalizzazioni anche politiche a iosa, con giudizi avventati e superficiali, con condanne a furor di popolo, quasi dimenticandosi che la giustizia stava facendo il suo corso in sedi più appropriate.
E nelle scorse ore è arrivata la notizia che la procura di Reggio Emilia ha concluso le indagini preliminari nell’ambito dell’inchiesta ‘Angeli e Demoni’, sul presunto sistema di affidi illeciti in Val d’Enza.
Notificato l’avviso di conclusione delle indagini per 26 indagati, così come sono stati depositati tutti i documenti, compresi le intercettazioni telefoniche e ambientali.
Peculato, abuso d’ufficio, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, falsa perizia anche attraverso l’altrui inganno, frode processuale, depistaggio, rivelazioni di segreto in procedimento penale, falso ideologico in atto pubblico, maltrattamenti in famiglia, violenza privata, lesioni dolose gravissime, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche: questi i reati contestati a vario titolo alle 26 persone coinvolte.
Dall’inchiesta della procura sono emerse finte relazioni, falsi documenti e pressioni psicologiche utilizzate dagli psicologi per riuscire a plagiare i minori. Vere e proprie opere di convincimento, meccanismi di persuasione e storie di fantasia per screditare le famiglie dei piccoli.
Il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, resta indagato. Il tutto anche se non c’erano gli elementi per imporre la misura coercitiva dell’obbligo di dimora: lo scrive la Cassazione nelle motivazioni del verdetto che il 3 dicembre ha annullato senza rinvio la misura cautelare. I supremi giudici rilevano “l’inesistenza di concreti comportamenti”, ammessa anche dai giudici di merito, di inquinamento probatorio e la mancanza di “elementi concreti” di reiterazione dei reati.