Una bimba spaventata alza le mani come segno di resa di fronte all’obiettivo di una macchina fotografica scambiata per un’arma da fuoco.
Succede in Siria al fotografo Osman Sagirli, nel campo profughi di Atmeh, dopo che si è trovato di fronte la piccola Hudea, di 4 anni, arrivata in quel campo con la mamma e i suoi fratelli dopo un viaggio di 150km. La foto è stata postata su Twitter dalla fotoreporter Nadia AbuSahan ed in poco tempo è diventata virale, facendo il giro del mondo.
La BBC ha intervistato il fotografo che ha raccontato “quel giorno stavo utilizzando un teleobiettivo e la bimba ha pensato che fosse un’arma. Ho capito subito che si era spaventata. Normalmente i bambini nascondono la loro faccia o sorridono quando vedono una fotocamera”.
“Ero con un teleobiettivo, e ha pensato che fosse un’arma” ribadisce il fotografp alla BBC “mi sono reso conto che lei era terrorizzata dopo l’ho preso, e guardato la foto, perché si morse le labbra e alzò le mani. Normalmente i bambini scappano, si nascondono le loro facce o sorridono quando vedono una macchina fotografica”.
Sagirli ritiene le che foto dei bambini nei campi siano rivelatrici “sai che ci sono sfollati persone nei campi. Ha più senso per vedere ciò che hanno sofferto non per gli adulti, ma attraverso i bambini. Sono i bambini che riflettono i sentimenti con la loro innocenza”.