Il Kuwait ha ufficialmente vietato “Call of Duty: Black Ops 6”, l’ultimo capitolo dell’iconica serie sparatutto, ambientato negli anni ’90 durante la Guerra del Golfo e caratterizzato dalla presenza di Saddam Hussein. Lo sviluppo e la distribuzione globale di questo atteso videogioco, prodotto da Activision e ora di proprietà di Microsoft, non potranno coinvolgere il mercato kuwaitiano, e tutti i preordini nel paese sono stati annullati.
Il divieto e il contesto storico
Sebbene le autorità kuwaitiane non abbiano ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali, il ban del gioco sembra correlato alle sensibilità storiche legate all’invasione irachena del 1990-1991. Nei trailer del gioco appaiono immagini che rievocano quel drammatico periodo, come i campi petroliferi in fiamme, un ricordo doloroso per il Kuwait, che subì gravi danni ambientali ed economici quando oltre 700 pozzi di petrolio vennero incendiati dalle truppe irachene.
La posizione di Activision e le critiche internazionali
In risposta, Activision ha confermato che il titolo “non è stato approvato per il rilascio in Kuwait” e ha annunciato che i preordini verranno annullati con rimborso immediato. La società ha espresso la speranza che le autorità kuwaitiane possano riconsiderare la loro posizione, sottolineando che il nuovo capitolo della serie Black Ops offre un’esperienza coinvolgente per i fan del franchise in tutto il mondo.
La saga di “Call of Duty”, lanciata nel 2003, ha spesso esplorato scenari di guerra e politica internazionale, suscitando polemiche per i contenuti in alcuni paesi. Episodi precedenti sono stati vietati anche in Cina e Russia per simili motivi, evidenziando l’impatto dei videogiochi sulle questioni geopolitiche. Tuttavia, altri giochi come “Assassin’s Creed: Mirage” di Ubisoft, ambientato nella Baghdad del IX secolo, sono stati accolti positivamente per la loro attenzione al contesto culturale e storico del Medio Oriente.
Impatto e prospettive
Il divieto imposto dal Kuwait riporta alla luce le tensioni legate alla rappresentazione della storia recente nella cultura pop. La reazione al videogioco solleva questioni su come temi storici e politici delicati siano trattati nell’intrattenimento interattivo, una sfida sempre più importante per sviluppatori e publisher.