Oggi si festeggia Carnevale, festa amata da grandi e bambini che, mascherati, sfilano per le strade della città lanciando coriandoli e stelle filate.
Praticamente ogni paese dello stivale ha una sua propria tradizione che in genere prevede sfilate di carri e di maschere locali, ma ad Ivrea c’è una antichissima tradizione alquanto particolare.
La cosiddetta “Battaglia delle Arance” ha una storia che si perde nel tempo e che ormai ha conquistato fama internazionale, tanto che arrivano turisti da ogni dove per potervi partecipare.
Questa tradizione nasce fin dal Medievo, ed in origine era una sorta di ribellione dei feudatari ai propri padroni.
A quanto pare i signori, una volta l’anno, erano soliti regalare ai propri affittuari dei fagioli: un regalo misero, una vera elemosina che il popolo non accettava con gratitudine ma che anzi lanciava dalle finestre.
Col passare dei secoli i fagioli sono poi stati sostituiti da coriandoli e confetti fino ad arrivare alle arance attuali.
La battaglia ha per teatro le principali piazze della città e si svolge tra i carri che passano al seguito del corteo e le stesse squadre a terra. I visitatori turisti sono protetti da delle alte reti. I carri trasportano un gruppo formato da 10 o 12 aranceti protetti da costumi con vistose imbottiture, mentre ogni banda a piedi è formata da centinaia di aranceri – uomini e donne – che vanno all’assalto del carro che transita dalla piazza cercando di colpire gli avversari.
Spesso è montata anche la polemica sullo spreco di tonnellate di cibo, ma in realtà le arance arrivano direttamente dalla Calabria, e sono una qualità non adatta ad essere consumata. Alla fine della battaglia tutte le arance vengono raccolte, deposte in speciali vasche dove alla fine vengono utilizzate come concime per i campi.