Nelle ultime settimane sono stati commessi una sfilza infinita di femminicidi, di terribili omicidi ai danni di donne, perpetrati da mariti, compagni, amanti.
Omicidi che sovente sono il culmine di anni di violenze, di sopraffazioni, di angherie che le donne subiscono in silenzio, senza la forza e il coraggio di denunciare.
Storie di “ordinaria” violenza come quella che in queste ore arriva da Cosenza, dove un uomo di 53 anni è stato arrestato perché costringeva la moglie e la figlia a prostituirsi per pochi euro a prestazione, picchiandole se chiedevano un attimo di riposo.
Le indagini hanno accertato “atti di violenza, minacce e umiliazioni” verso la moglie, invalida per problemi psichici, e verso la figlia ventenne.
“Un dramma di periferia – ha spiegato il procuratore Mario Spagnuolo in conferenza stampa – un campionario degli orrori spaventoso, che va al di là dell’immaginazione“.
“Gli aguzzini di madre e figlia erano i propri congiunti che vendevano il loro corpo a cifre risibili: dai 2 euro ad un massimo di 10 euro. Il tutto in una spirale di violenza inaudita”.
Insieme al 53 enne, è stato arrestato anche l’altro figlio, di 27 anni, anche lui indagato per maltrattamenti nei confronti della madre.
I rapporti a cui le donne erano costrette avvenivano nei parcheggi sotterranei della stazione ferroviaria di Cosenza e in un’area sotto il ponte di Calatrava.