Certamente, come ci hanno raccontato i dati finora, il cuneo fiscale in Italia è altissimo, tra i più alti di tutta Europa, e altrettanto sicuramente non compensato da servizi all’altezza.
Ma il governo pare realmente intenzionato a cambiare qualcosa e così, complice la “paura” per i risultati delle regionali in Emilia e le recentissime dimissioni da capo politico dei 5Stelle di Luigi Di Maio, nella notte scorsa è stato approvato il decreto sul taglio del cuneo fiscale.
Un decreto che nell’immediato significa stipendi più pesanti per quasi 16 milioni di lavoratori, 2,5 milioni passeranno da zero ad almeno 80 euro, oltre 12 milioni prenderanno 100 euro.

Secondo la nota di Palazzo Chigi, “il decreto, in attuazione della legge di bilancio per il 2020 (legge 27 dicembre 2019, n. 160) che ha stanziato 3 miliardi di euro per il 2020 per la riduzione del cuneo fiscale sugli stipendi dei lavoratori dipendenti, interviene per rideterminare l’importo ed estendere la platea dei percettori dell’attuale ‘bonus Irpef’ – si legge nella -.
Dal 1° luglio 2020, il bonus di 80 euro aumenta quindi a 100 euro mensili per chi ha un reddito annuo fino a 26.600 euro lordi. Coloro che percepiscono un reddito da 26.600 euro a 28.000 euro, beneficeranno per la prima volta di un incremento di 100 euro al mese in busta paga”.
“L’approvazione del decreto sul taglio delle tasse in busta paga è una grande soddisfazione anche per la coesione dimostrata dalla maggioranza e per il dialogo positivo con le parti sociali.
E’ un primo intervento concreto nel segno della crescita e dell’equità che costituirà la base di una più ampia riforma del sistema fiscale”, ha dichiarato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, al termine del Consiglio dei ministri che ha dato appunto il via libera al decreto.