In queste settimane difficili la domanda ricorrente è stata una: riusciremo a tornare alla vita precedente? Riusciremo ad andare nei posti dove siamo sempre andati, e dove c’è più possibilità di stare a stretto contatto con decine di altre persone?
La risposta istintiva, dettata anche dalla paura, è no, ma basta guardare alla Cina, che è uscita dal lockdown prima di noi, per renderci conto che la voglia di vivere è più forte di ogni paura.
Dopo oltre tre mesi dalla chiusura per il diffondersi del coronavirus, in Cina è stata infatti decisa la parziale riapertura di alcune parti di Disneyland a Shanghai.
E, sebbene operando a regime ridotto con pochi negozi ed attrazioni attive, è stato subito sold out, con i biglietti andati a ruba in pochi minuti.
Nel parco sono stati accolti circa 24mila visitatori, il 30% dei consueti 80mila, con l’obbligo di rispettare le norme sul distanziamento sociale nelle code ai ristoranti e per le attrazioni.
Inoltre, la misurazione della temperatura corporea è obbligatoria, così come è richiesto il controllo del ‘QR code’, il codice assegnato da una app sullo stato di salute, e l’utilizzo della mascherina.
Questo è il primo passo di una “riapertura graduale”, ha detto la proprietà, Shanghai Disney Resort, in quanto si continuano a “monitorare le condizioni di salute e la sicurezza e a seguire le indicazioni delle autorità”.