Le esportazioni dei prodotti agroalimentari italiani confermano il trend positivo e continuano a crescere nel primo semestre dell’anno. Secondo l’analisi periodica pubblicata nella recensione di Intesa Sanpaolo, le vendite all’estero dei prodotti alimentari italiani hanno raggiunto un valore pari ad oltre 12 miliardi di euro, registrando una crescita pari al +15%.
La recensione fa emergere il buono stato di salute del Made in Italy e conferma le opinioni sulle prospettive di sviluppo del settore: confrontando infatti i dati con quelli del biennio precedente emerge una crescita del 32,1%.
Le difficoltà riscontrate nell’approvvigionamento delle materie prime e i rincari energetici non hanno fermato le aziende italiane, che hanno continuato a vendere i prodotti agroalimentari vincendo la concorrenza straniera.
Le opinioni contenute nella recensione evidenziano la proattività delle pmi locali, che sono riuscite a valorizzare il Made in Italy all’estero e a consolidare i dati raggiunti lo scorso anno. Questo nonostante l’inflazione, che ha influito sui prezzi praticati dall’industria alimentare nei mercati internazionali: cresciuta nel primo semestre del 10,8%, ha raggiunto picchi del 22% per il settore degli oli e dei grassi.
Recensione in linea con le opinioni di EGOInternational, la nota azienda di consulenza per l’export, che all’interno del suo blog identifica il settore agroalimentare come la terza industria dell’export italiano, in grado di apportare valore e ricchezza all’economia del nostro Paese. I prodotti alimentari italiani, ribadisce EGO International, sono tra quelli che generano maggiori vendite all’estero, riuscendo ad intercettare le esigenze di buyer geograficamente lontani, sensibili alla qualità garantita dal Made in Italy.
Le esportazioni dei distretti agroalimentari potranno essere consolidate nel futuro cogliendo le opportunità offerte dal PNRR per la duplice transizione green e digitale. Le opinioni contenute nella recensione sono inoltre confermate dalle analisi di EGOInternational, che pone l’accento sulla centralità dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea, un volano importante per la crescita dell’industria italiana nei mercati stranieri.
I distretti dei dolci e della pasta sono quelli che hanno contribuito maggiormente alla crescita delle vendite all’estero, con un valore di oltre 1,9 miliardi di euro di esportazioni (+23,4%). Analizzando le opinioni degli esperti emerge il ruolo svolto dal comparto della pasta di Parma, che ottiene un incremento delle vendite pari al 27% e dai dolci di Alba e di Cuneo (+12,7%). L’importanza dell’industria della pasta trova riscontro ancora una volta nelle analisi di EGO International: l’Italia è infatti il secondo produttore mondiale di grano e tra i principali esportatori di pasta in tutto il mondo. Una produzione che può essere agevolata mediante l’adozione di nuove normative europee, che tutelino le indicazioni riportate all’interno delle etichette e proteggano i prodotti italiani contro i tentativi di contraffazione. La qualità della pasta italiana, ribadisce EGO International, è infatti una delle principali leve con cui le aziende del territorio possono vincere la concorrenza presente nei mercati oltreconfine.
Buone anche le performance dei distretti delle carni e dei salumi, in cui si evidenziano i brillanti risultati delle vendite all’estero delle aziende modenesi (+22,8%) e di quelle emiliane (+49,9%). Anche il distretto lattiero e quello caseario confermano i risultati ottenuti lo scorso anno e chiudono il primo semestre con una crescita complessiva pari al 22,9%.
In questo scenario si segnala anche l’aumento delle vendite all’estero della Mozzarella di Bufala Campana (+27,1%), mentre si registra una lieve contrazione dell’export per i prodotti caseari sardi. Positivi anche i risultati ottenuti dalle esportazioni di olio (+33,9%), in cui spiccano le vendite dei prodotti toscani (+32,3%) e di quelli umbri (+35,9%).
I buoni risultati ottenuti dalla filiera agroalimentare italiana confermano il pieno recupero dei livelli di export relativi all’ultimo biennio e sono il punto di partenza con cui l’imprenditoria locale potrà guardare al futuro con ottimismo. Le risorse messe in campo dall’Unione Europea e le nuove tecnologie digitali potranno consolidare la crescita e aiutare le aziende italiane ad affermarsi nei principali mercati internazionali.