L’ex primario di chirurgia toracica della clinica Santa Rita di Milano merita la condanna all’ergastolo. Con lui anche Fabio Presicci.
I reati commessi da parte di due dottori nell’esercizio delle proprie funzioni sono molto gravi. I pm Grazia Pradella e Tiziana Siciliano hanno chiesto l’ergastolo, come pena giusta da infliggere perché nella casa di cura nel 2008 avevano amputato i malati terminali. La clinica fu soprannominata la clinica degli orrori.
I pm hanno ricostruito in due udienze l’accaduto, e hanno messo in evidenza, come per soldi si eseguissero interventi inutili con mutilazioni anche nei casi di malati terminali, così dimostrando di non possedere “il senso dell’umana pietà”.
Brega Massone era stato condannato a 15 anni di carcere per truffa, per ottanta casi di lesioni ai pazienti, scarcerato poi per un vizio di forma.
Brega Massone è imputato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà per le morti di quattro pazienti avvenute nel 2006.
Nei due processi sono stati individuati circa 150 pazienti, come altrettante vittime. Alcune vittime hanno colpito, come le morti di Giuseppina Vailati, 82 anni; Maria Luisa Scocchetti, 65; Gustavo Dalto, 89, e Antonio Schiavo, 85.
Tutti portati “sul tavolo operatorio” senza alcuna giustificazione clinica per interventi “inutili” effettuati al solo fine di “monetizzare” i rimborsi del Sistema sanitario nazionale per la clinica convenzionata. Il risultato di questi interventi hanno provocato la morte dei pazienti.
Dalto quando fu operato era già “uno scheletro: pesava 52 chilogrammi per 1,76 metri di altezza”.
Esisteva dunque una “raggelante equazione fra pezzi anatomici del paziente, seno o polmoni che fossero, e rimborsi“. “11mila euro” a intervento.