La Francia da giorni è stata messa a ferro e fuoco dalla sua stessa popolazione, che ormai non nasconde più la sua insofferenza verso la classe dirigente.
E proprio per cercare di fermare l’ondata di proteste il premier Edouard Philippe, intervenendo al Consiglio economico e sociale di Parigi, ha svelato i contenuti della contestata riforma delle pensioni contro cui i sindacati si sono rivoltati.
“E’ giunto il momento di costruire un sistema universale di pensioni”, ha premesso Philippe. “Proponiamo un nuovo patto tra le generazioni, un patto fedele nel suo spirito a quello che il Consiglio Nazionale della Resistenza ha immaginato e attuato nel dopoguerra”, ha continuato il primo ministro che sottolinea di aver “ascoltato” e “compreso” le parti sociali e tutti i francesi.
Essenzialmente la riforma prevede una pensione minima garantita a 1.000 euro e “85% del salario minimo”, età legale a 62 anni, con “un’età di equilibrio” e “un sistema di bonus-malus”, “punti supplementari dal primo figlio” e aumenti per “genitori di famiglie numerose”.
Ma se il suo obiettivo era placare i sindacati, ha fallito clamorosamente, dato che è riuscito a unirli tutti contro di lui.
“E’ stata oltrepassata una linea rossa” ha detto Laurent Berger, leader del primo sindacato, il riformista Cfdt, a proposito di un’età di “equilibrio” fissata a 64 anni per la pensione piena evocata da Philippe.
“Il governo sta prendendo in giro tutti” ha commentato Philippe Martinez, leader della Cgt, mentre Laurent Brun, rappresentante dei macchinisti ha già annunciato di voler “inasprire lo sciopero” nazionale che dura da quasi una settimana e provoca molti disagi nei trasporti.