Mai come in questo momento storico, apparentemente cosi aperto alle novità, ma in realtà ancora profondamente ottuso e chiuso ai cambiamenti, c’è il bisogno di rivendicare i propri diritti, la propria libertà di pensiero e di parola.
E come ogni anno, anche oggi c’è la sfilata finale, conclusiva alla settimana dedicata all’orgoglio LGBT.
E’ la festa di lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali in piazza tra travestimenti, danze e carri musicali, a Milano, per rivendicare tra le altre cose la «necessità di norme che diano piena cittadinanza alle persone».
Come ogni anno, anche in questa 11esima edizione non mancano le polemiche: il governatore Roberto Maroni ha già fatto sapere che non ci sarà, così come il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo (Ncd), la Lega Nord reagisce alla manifestazione dedicando la giornata alla Famiglia, non ancora ufficiale la presenza del sindaco Pisapia.
Sono attese più di 50 mila persone, ed ci si auspica che domani non si debba raccontare di episodi omofobi e razzisti, che sporcano l’immagine di quella parte dell’Italia che riconosce a ognuno i propri diritti.