L’interrogatorio del cantante Gino Paoli tenutosi nella caserma della polizia tributaria della Guardia di finanza di corso Italia, a Genova, è durato poco più di un’ora.
Il cantante, 80 anni, è indagato per un’ipotesi di evasione fiscale. Secondo gli inquirenti Paoli nel 2008 avrebbe commesso un trasferimento illecito di due milioni di euro in Svizzera, creando un ammanco di 800.000 euro nella dichiarazione dei redditi del 2009.
L’artista, affiancato dall’avvocato penalista Andrea Vernazza e dal fiscalista Francesco Illuzzi, è stato ascoltato dal procuratore aggiunto Nicola Piacente e dal pm Silvio Franz.
L’interrogatorio è stato secretato dai pubblici ministeri, ma dallo stesso sono emerse alcune fonti di prova che sarebbero utili all’indagine.
L’indagine che coinvolge Gino Paoli è nata da una branca della truffa a banca Carige che portò in carcere anche il commercialista Andrea Vallebuona, ex braccio destro dell’allora presidente della Banca Giovanni Berneschi, al quale il cantante chiese consiglio per far rientrare 2 milioni in nero, trasferiti su un conto bancario in Svizzera.
Nelle intercettazioni ambientali utilizzate dalla procura durante l’indagine, Paoli viene sentito mentre parla del “rimpatrio” del denaro “senza doverlo scudare”.