“Fare del bene” piace a tutti e rende persone migliori. Spesso però, a causa del poco tempo a disposizione per informarsi a dovere, degli impegni economici che non permettono di fare uscire somme di denaro extra dal proprio budget o della poca conoscenza in materia, la volontà non si trasforma in azione concreta. C’è però una pratica che può ovviare a tutte queste problematiche: si chiama cinque per mille e offre a tutti i contribuenti l’opportunità di destinare una quota dell’imposta sui redditi delle persone fisiche (IRPEF) a sostegno di Enti non profit, associazioni, organizzazioni sociali, culturali, di ricerca scientifica, di tutela ambientale e altre istituzioni. Si tratta quindi di una sorta di donazione a costo zero, prelevata direttamente dalle tasse già dovute allo Stato (che in ogni caso ogni cittadino deve pagare), durante la Dichiarazione dei Redditi annuale.

Come donare il proprio cinque per mille
Come detto sopra, ogni contribuente maggiorenne può decidere di destinare il proprio cinque per mille a Enti che svolgono attività socialmente rilevanti. Per farlo è sufficiente dichiararlo durante la compilazione del modello 730 oppure del Modello Unico nel modulo dedicato. Basta apporre la propria firma nel riquadro indicato e inserire il Codice Fiscale dell’Ente beneficiario. Inoltre, è possibile donare il cinque per mille anche senza fare la Dichiarazione dei Redditi utilizzando un’apposita scheda da allegare al CU (Certificazione Unica), al 730 o al Modello Redditi Persone Fisiche.
Cosa succede se non si dona il cinque per mille o si commette qualche errore
Non essendo una pratica obbligatoria, il cinque per mille può non essere destinato a nessuno. In questo caso, la quota dell’imposta sui redditi delle persone fisiche viene comunque prelevata, ma va a finire in automatico nelle casse dello Stato. Se, invece, si decide di destinarlo a un Ente, ma ci si dimentica di inserire il codice fiscale specifico, la somma verrà sì inviata alla categoria di attività del riquadro in cui si è messa la firma, ma sarà distribuita tra tutte le organizzazioni appartenenti alla stessa categoria, in modo proporzionale in base al numero delle preferenze ricevute dal totale dei donatori.
A chi si può donare il proprio cinque per mille
Gli Enti beneficiari del cinque per mille sono specifici e presenti in una lista beneficiari. Si tratta di Enti del Terzo settore (comprese le cooperative sociali e le Associazioni non lucrative di utilità sociale come le Onlus), gli Enti della ricerca scientifica, ricerca sanitaria e dell’Università e le Associazioni sportive dilettantistiche (riconosciute dal Coni e che svolgono una rilevante attività di interesse sociale). Sono riconosciute destinatarie del contributo anche gli Enti di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici e i gestori delle aree protette. Infine, il cinque per mille può andare anche al proprio Comune di residenza, con l’obbligo di destinarlo a progetti sociali.
Il cinque per mille può essere destinato a un solo Ente, che è obbligato a documentare e pubblicare come ha utilizzato le somme ricevute e quali attività e progetti ha finanziato e attivato.
Come verificare la destinazione del cinque per mille
Gli Enti e le Associazioni beneficiarie del cinque per mille hanno l’obbligo di documentare l’utilizzo effettivo delle somme ricevute. I contribuenti possono quindi controllare non solo la corretta destinazione del cinque per mille tramite il sito web dell’Agenzia delle Entrate, ma anche verificare come questo è stato utilizzato sui Siti ufficiali degli Enti. Resta comunque una buona pratica informarsi in precedenza sulle attività e sulle finalità dell’Ente, per trovare quello che corrisponde alle proprie preferenze e ai propri valori.