Un sonno regolare è uno dei segreti per star bene: è questo il risultato di una recente ricerca made in USA
Il sonno, questo sconosciuto. Fino a poco tempo fa c’erano addirittura delle tesi che dicevano che in realtà non si è mai capita la vera funzione del sonno. E qualcuno afferma che non si è capita nemmeno tuttora. Ma una cosa è certa: se non dormiamo, oppure dormiamo poco, stiamo male.
C’è poco da fare in questo senso. Sì, è vero, c’è chi dorme di più e chi dorme di meno; così come chi ha il sonno più leggero e quello più pesante, ma in fondo dormire bene è una necessità imprescindibile della nostra esistenza. Dormire bene, vuol dire star bene.
In questo senso, è utile prendere come riferimento, ad esempio, il lavoro. Chi ha un lavoro regolare come tempistiche, dalle 8 alle 10 ore quotidiane, solitamente riesce a dormire molto meglio di coloro che hanno un’occupazione con turnazioni. Ai turni, in fin dei conti, non ci si abitua mai. Hai voglia a dire che è solo una questione di abitudine. Se un giorno si lavora al pomeriggio, uno al mattino e un altro di notte, si sfasa il ritmo biologico quotidiano, ed è molto difficile recuperarlo.
Il pilota, l’autista di camion, la guardia notturna, il lavoratore che fa i turni, sono tutte figure che hanno una maggiore difficoltà a riposare in maniera tranquilla. Certo, il discorso è generale e ci sono le eccezioni; tuttavia questo è, e su questo si incentrano anche le ricerche e gli studi sul sonno.
Possiamo, se vogliamo, tirare in ballo anche la vecchia saggezza dei nonni, quando dicevano che dormire è salute. Nulla di più vero, in questo caso i nonni avevano perfettamente ragione (e non sempre in verità ce l’hanno). Se ci si sveglia riposati, avendo fatto un buon sonno, il più possibile continuativo e non frammentario, ci rendiamo conto che è un buon viatico per il resto della giornata.
Tendiamo a essere più in forma fisicamente e mentalmente più freschi: in altre parole siamo più attivi. Il che è moltissimo. Quindi dormire bene, vuol dire sostanzialmente riposare una giusta quantità di ore; ma anche farlo con regolarità. La scansione dei ritmi quotidiani è fondamentale. Chi tende ad andare a letto sempre alla stessa ora, e a svegliarsi alla stessa ora, dorme meglio e ci guadagna in salute. Se ancora non fossimo convinti di tutto questo, come al solito, viene in nostro aiuto la scienza.
In particolare, c’è la recente ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale Scientific Reports, operata da un team di scienziati del Duke Clinical Research Institute in North Carolina. In base allo studio, risulta con chiarezza che se si va a dormire e ci si risveglia a orari fissi o quasi, c’è una diminuzione del rischio cardiovascolare e metabolico. Gli studiosi sono giunti a queste conclusioni studiando circa duemila adulti con età compresa fra i 53 e i 93 anni.
Questi sono stati monitorati costantemente durante il loro sonno, tramite degli strumenti portatili. Attraverso questi congegni è stato possibile rilevare con precisione i tempi di addormentamento e di risveglio.
Per avere dei riscontri quanto più possibili precisi, i pazienti sono stati scelti fra quanti non avevano particolari problemi, come insonnia, apnee ostruttive o altro. Nei pazienti sono state fatte misurazioni sistematiche della pressione arteriosa e della glicemia, oltre ad altre rilevazioni.
L’irregolarità del sonno porta spesso a rischi di stress e di depressione. Oltre (l’abbiamo già accennato) a sonnolenza diurna e un minor grado di attività fisica. Naturalmente i riverberi sulla quantità e sulla qualità del lavoro non sono indifferenti. Il problema è che, come suol dirsi, è un cane che si morde la coda. Più si dorme male, e più ci si stressa; più ci si stressa e più si dorme male. Le persone che sono risultate più irregolari nel sonno, sono comunque gli obesi e gli ipertesi.