Si sa c’è crisi, ma ci sono settori che sembra proprio che questa crisi non la conoscono.
Non si bada a spese per sentirsi belli, per star bene con se stessi e piacere al mondo: ed ecco allora che quando la natura non è stata particolarmente generosa o il tempo ha lasciato segni del suo scorrere inevitabile, si ricorre agli “aiutini” della chirurgia estetica.
Eppure sembra che in Italia in trand stia cambiando: se nel 2011si sono contate ben 704.910 procedure, queste nel 2013 si sono quasi dimezzate, riducendosi a 375.256.
Un calo quasi del 43%, come ha annunciato l’ISAPS, International Society of Aesthetic Plastic Surgery: nella classifica internazionale l’Italia ha perso una posizione, pasando dal sesto al settimo posto, per numero di interventi di chirurgia estetica e trattamenti non invasivi.
Tra gli interventi, al primo posto troviamo il lipofilling, l’autotrapianto di grasso utilizzato a fini estetici per aumentare il volume di guance, zigomi e labbra, seguito da blefaroplastica e mastoplastica additiva.
A guidare la classifica mondiale gli Stati Uniti, seguiti da Brasile (primo per interventi chirurgici), e quindi da Messico, Germania e Spagna.