Il periodo è di quelli difficili, certamente il più difficile dal dopoguerra, e la situazione continuerà ad aggravarsi nelle prossime settimane se non si procederà ad una rapida riapertura e soprattutto non si forniranno ad imprese e famiglie i giusti strumenti per poter affrontare la ripartenza.
Ad oggi tantissime imprese sono costrette con le saracinesche abbassate e quindi sono milioni i lavoratori costretti in cassa integrazione.
Gli ultimi dati Inps indicano in 6,7 milioni i lavoratori dipendenti destinatari di Cassa integrazione e assegno ordinari, di cui oltre 4 milioni con indennità anticipata dal datore di lavoro.
A questi si devono aggiungere i percettori della Cassa in deroga, con 64 mila aziende che hanno presentato domanda, ma solo 4.200 erogazioni effettuate per i ritardi delle regioni.
I lavoratori autonomi che hanno chiesto l’indennità di 600 euro sono circa 4,3 milioni (di cui 3,5 hanno ricevuto il pagamento).
Numeri che rendono conto dell’entità della crisi e del futuro ben poco roseo che ci aspetta se non si fa qualcosa in fretta: se solo un 10-12 per cento degli attuali destinatari di sussidi perdesse definitivamente il lavoro, ci troveremmo con una platea di un milione e mezzo di nuovi disoccupati.