Cosa c’entra Julian Assange, giornalista, programmatore e attivista australiano, noto principalmente per la sua collaborazione al sito WikiLeaks, del quale è cofondatore e caporedattore, con la Svezia e soprattutto con la sua giustizia?
La storia è lunga e risale addirittura al 2010, quando Assange si era recato a Stoccolma pochi mesi dopo essere salito sulla ribalta internazionale in seguito alla pubblicazione di materiale secretato sulle guerre in Afghanistan e Iraq fornito dall’allora militare Chelsea Manning.
Qui due conoscenti svedesi lo accusarono di aver approfittato nel dormiveglia per fare sesso senza preservativo, dopo un primo rapporto protetto consensuale. Una delle accusatrici si era poi ritirata ed era rimasta in piedi una sola denuncia.
Da quel momento era però rimasta in piedi l’accusa, almeno fino a queste ore, perché la magistratura svedese ha deciso di lasciar cadere l’inchiesta: contro il fondatore di Wikileaks non ci sono elementi sufficienti.
“Ho convocato questa conferenza stampa per informarvi della mia decisione di chiudere l’indagine preliminare senza darle seguito. Tutti gli atti sono stati compiuti, ma senza apportare le prove necessarie per una condanna”, ha detto in una conferenza stampa la vice procuratrice generale Eva-Marie Persson precisando comunque che tale posizione è suscettibile di ricorso.
fonte Ansa – Foto@Flickr