“Torneranno i prati” sarà un full immersion in uno degli incubi indelebili vissuti “sul fronte” dal nostro Paese a una distanza temporale che non affievolisce i ricordi, le passioni e gli intrecci che hanno ispirato la genialità artistica di Ermanno Olmi nel suo ultimo lavoro.
La Prima Guerra Mondiale sarà riprodotta nei prossimi giorni nei luoghi che hanno visto il sacrificio dei soldati italiani gettati nella logorante esperienza bellica sul fronte italo – austriaco.
Tutto è pronto per l’inizio dei lavori: dalle riprese alla scelta degli interpreti fino a quella della location, coincidente con l’altopiano di Asiago, che avrà la maggiore responsabilità in termini di evocatività delle atmosfere che hanno dominato gli animi dei soldati durante la paralizzante esperienza nella trincea di guerra.
Un capitolo di storia del nostro Paese visto attraverso un’ottica alternativa rispetto a quella dei supporti scolastici: una storia da rivivere con un certo pathos.
Il film è candidato favorito alla prossima Mostra del Cinema di Venezia e sarà una delle pellicole più influenti del prossimo autunno.
I migliori film riguardo la prima guerra mondiale sono Path of glory di Stanley Kubrik e Uomini contro di Francesco Rosi.
Entrambi furono censurati e ostacolati dalla critica, citati dall’esercito italiano e francese per presunto vilipendio e non proiettati dai cinematografi compiacenti e lealisti al governo.
Mediocre e retorico fu il La grande guerra, visto oggi fa venire voglia di prendere a calci nel culo Alberto Sordi, inutile mediocre rivoltante comparsa, parlandone ugualmente bene da vivo e da morto.
La maggior parte delle volte che un film viene censurato o ostacolato ha del valore intellettuale e diventa poi un riferimento o un opera d’arte; la maggior parte delle volte che la critica ne parla bene a voci unificate compiacenti si tratta di un cinepanettone governativo, spesso una nullità indegna, del tempo perso in buona sostanza.
Siamo tutti stufi delle versioni aggiornate e ammorbidite per rendere presentabili faccende storiche orribili vergognose e dolorose già rimaneggiate dalla propaganda fascista del Luce e patriottarda dei monarchici e dei nobili che la guerra non la fecero e non ne subirono conseguenze.
Utilizzando le nebbie dei tempi lontani già Placido, un altro mediocre che più mediocre non si può, ha tentato l’equiparazione fallita e col suo stesso peso specifico tra repubblichini e partigiani (cosa mai possibile, i repubblichini erano e sono antiitaliani).
Meritevole ma sconosciuto ai più il film I fratelli Cervi sulla faccenda.
Nutro serenamente più di qualche pregiudizio, non mi faccio illusioni circa il revisionismo e la deformazione fotografica di fatti e motivazioni storiche che certamente ci sarà; visto che la pellicola è candidata e anche favorita il dubbio è più che fondato.