Secondo l’Unione Europea, anche la prostituzione dovrà far parte del Pil, il prodotto interno lordo.
Queste sono le direttive che dovranno essere applicate anche dal nostro Paese entro Ottobre. Anzi, per la precisione, pure alcool e stupefacenti dovranno far parte degli indici di crescita.
Sicché stupefacenti, contrabbando di sigarette e ragazze squillo saranno conteggiati come fattori economici dall’Istat. Il quale ultimo fa rilevare, non senza un certo imbarazzo, che queste sono tutte attività difficili da conteggiare.
Ma tant’è. In effetti si tratta solo di applicare una norma vecchia del 1995, il cosiddetto Sec, il sistema dei conti nazionali, finalizzato ad un computo il più possibile preciso del Pil, prostituzione compresa.
La puntualizzazione si giustifica col fatto che le stime, senza tutti gli indicatori reali e non solo presunti, sono in realtà poco attendibili. E non c’è dubbio, in questo senso, che le attività legate alla prostituzione diano il loro contributo.
Ma gli economisti dell’Istat si mostrano molto scettici sulla possibilità di misurare l’incidenza economica di queste attività illegali.