La forza e il coraggio di una ragazza appena 30 enne, che ha speso la sua giovane vita ad aiutare il prossimo riuscirà a scalfire la determinazione di Matteo Salvini, ministro dell’Interno che ha fatto della chiusura dei porti ai migranti il suo cavallo di battaglia?
Quello che è certo è che questa appena trascorsa è stata un’altra notte in mare per i 42 migranti della Sea Watch che ieri, per ordine della comandante Carola Rackete, ha forzato il blocco e si è avvicinata al porto di Lampedusa rimanendo a 3 miglia di distanza in attesa di istruzioni.
“Le autorità italiane sono salite a bordo impedendoci di attraccare. Hanno controllato la nave ed i passaporti dell’equipaggio e ora attendono istruzioni dai loro superiori” ha spiegato la comandante Rackete, aggiungendo: “Io spero veramente che facciano scendere presto i migranti soccorsi”.
Il Ministro dell’Interno però appare irremovibile ed ha chiesto addirittura l’arresto di Carola Racket “perché è come se si fosse forzato un posto di blocco”, mentre il Ministro del lavoro Luigi Di Maio parla di una Ong in cerca di pubblicità, chiedendosi: “Come mai la Sea Watch neanche prova più ad avvicinarsi a Malta o alla Grecia? Non fa notizia. Hanno preferito restare 14 giorni a largo delle nostre coste anziché chiedere a La Valletta, Madrid o Atene lo sbarco”.
Intervistato a Radio anch’io, Salvini ha poi aggiunto:“I migranti che sono sulla nave Sea Watch 3 non sono naufraghi. Quelli sono viaggi organizzati dai trafficanti di esseri umani che con quei soldi comprano le armi e la droga”, dice il vicepremier. “Questa volta mi sembra chiaro – aggiunge – perché se all’alt tiri dritto in autostrada vieni arrestato, siamo di fronte alla illegalità. Non permetto che siano associazioni private straniere a gestire i confini di un Paese”.