Stephen Hawking, uno dei fisici teorici più eminenti del nostro tempo, ha espresso profonde riflessioni sull’intelligenza artificiale (AI), sottolineando il potenziale sia positivo che negativo che questa tecnologia porta con sé. Secondo Hawking, l’AI potrebbe essere “la cosa migliore o la peggiore” che sia mai capitata all’umanità. Ha evidenziato come l’intelligenza artificiale abbia il potere di eradicare povertà e malattie, trasformando ogni aspetto della nostra vita in modo paragonabile alla rivoluzione industriale. Tuttavia, ha anche avvertito dei pericoli, come le armi autonome potenti e nuovi modi per pochi di opprimere molti.
Hawking ha messo in guardia sul fatto che, se non impariamo a evitare i rischi associati all’AI, il progresso in questo campo potrebbe anche segnare la fine della civiltà umana come la conosciamo. Ha sottolineato l’importanza della ricerca per guidare lo sviluppo dell’AI in modi che siano vantaggiosi per l’umanità, evitando i pericoli che potrebbero derivarne. L’AI, liberata da vincoli biologici come la memoria limitata e la lentezza dei processi biochimici, potrebbe eventualmente diventare più intelligente degli esseri umani, con implicazioni profonde per tutti noi.
Per affrontare queste sfide, Hawking ha contribuito a lanciare il Centre for the Future of Intelligence, che riunisce ricercatori di quattro delle principali università del mondo (Cambridge, Oxford, Berkeley e Imperial College di Londra) per esplorare le implicazioni dell’AI per la civiltà umana. Il centro si concentra su vari progetti di ricerca, tra cui la regolamentazione delle armi autonome e le implicazioni dell’AI per la democrazia, con l’obiettivo di guidare lo sviluppo dell’AI in modi che siano benefici per l’umanità.
Hawking ha sempre incoraggiato a considerare sia le enormi potenzialità sia i significativi rischi dell’AI, sottolineando la necessità di un approccio cauto e informato nello sviluppo di questa tecnologia. La sua visione dell’AI riflette una profonda comprensione sia delle sue promesse che dei suoi pericoli, evidenziando l’importanza cruciale della ricerca e del dialogo continuo tra scienziati, politici e il pubblico per navigare il futuro dell’intelligenza artificiale.