Catturata finalmente l’immagine dell’enorme buco nero presente nella galassia M87

Gli astronomi che avevano rivelato agli occhi del mondo il primo buco nero sono riusciti a catturare l’immagine del campo magnetico che vortica vicino al suo bordo, un passaggio cruciale per la comprensione di questi misteri cosmici.
Il 10 aprile 2019, il gigantesco buco nero presente nel cuore della galassia di Messier 87 (M87), situata a 55 milioni di anni luce di distanza, è apparso come un cerchio scuro al centro di un alone fiammeggiante.
L’immagine storica, prodotta dalla collaborazione internazionale Event Horizon Telescope (EHT) che collega otto telescopi in tutto il mondo, è stata la prova più diretta in assoluto dell’esistenza di buchi neri, oggetti così massicci e compatti che nulla risalta. luce.
Due anni dopo, dopo un’attenta considerazione dei dati raccolti nel 2017, gli scienziati dell’EHT conoscono meglio la meccanica di questo misterioso oggetto, che è diversi miliardi di volte la massa del Sole. Il loro lavoro è pubblicato mercoledì su The Astrophysical Journal Letters.
La nuova immagine dell’oggetto in luce polarizzata, ci mostra come se passasse attraverso un filtro aiutando a isolare parte della radiazione luminosa.
“La polarizzazione della luce contiene informazioni che ci consentono di comprendere meglio la fisica dietro l’immagine vista nell’aprile 2019, cosa che prima non era possibile. Questo è un passo importante”, ha sottolineato Ivan Marti-Vidal, coordinatore di uno dei gruppi di lavoro dell’EHT e ricercatore presso l’Università di Valencia (Spagna).
“Osserviamo per davvero ciò che i modelli teorici hanno previsto, è incredibilmente soddisfacente”. Si congratula con AFP Frédéric Gueth, vicedirettore dell’Istituto di radioastronomia millimetrica (Iram), il cui telescopio di 30 metri nella Sierra Nevada spagnola fa parte della rete EHT.
La polarizzazione ha rivelato la struttura del campo magnetico, situato ai margini del buco nero, e ha permesso di produrre un’immagine accurata della sua forma, simile a un vortice di filamenti.
Questo campo magnetico estremamente potente (molto più di quello che circonda la Terra) arriva a contrastare una resistenza alla forza di gravitazione del buco nero: “si verifica una sorta di equilibrio tra le due forze, come un combattimento, anche se è al la gravità finale vince”, spiega l’astronomo.
“Il campo magnetico al bordo del buco nero è abbastanza forte da respingere il gas caldo e aiutarlo a resistere alla forza di gravità“, spiega Jason Dexter, dell’Università del Colorado a Boulder, negli Stati Uniti.