Il professore di Nutrizione e Bromatologia presso l’USP-CEU e membro del Comitato nutrizionale della Spanish Heart Foundation (FEC), Gregorio Varela Moreiras, ha sottolineato la necessità di creare una roadmap per mangiare fuori casa.
“Una bella sfida, ma anche un’opportunità per una società più preoccupata e vulnerabile, ma allo stesso tempo più consapevole“, ha detto.
E il fatto è che oggi le persone mangiano, sempre di più, lontano da casa. Questa tendenza, temporaneamente interrotta dalla pandemia Covid-19, si riflette nei dati: nel 2019 hanno consumato in media 136,62 chili / litro di cibi e bevande fuori casa, questo è il 4,1 per cento in più rispetto all’anno precedente, secondo il Ministero dell’agricoltura, della pesca e dell’alimentazione.
Mancanza di tempo, difficoltà di viaggio e distanze o semplicemente comfort sono alla base della cosiddetta alimentazione collettiva. “Siamo consumatori di una mensa collettiva, dall’asilo nido alla casa di cura, passando per la mensa scolastica, la mensa universitaria, la mensa aziendale o anche l’ambiente ospedaliero“, ha precisato l’esperto.
Infatti, prosegue, nella società odierna le persone dipendono dagli altri per il cibo, si perde l’autonomia e le persone sono diventate molto più eteronome. “Indubbiamente, fare uso di questa dieta collettiva pone sfide presenti e future, sia dal punto di vista della preparazione e conservazione del cibo, sia della qualità e della sicurezza del cibo, del valore nutritivo del cibo o anche dal punto di vista gastronomico“, ha sottolineato.
D’altra parte, il consumatore richiede sempre più trasparenza, e proprio questa è un’altra delle grandi sfide che si presentano. In questa linea, lo specialista ha sottolineato che l’utilizzo di nuove tecnologie di tracciabilità deve essere preso in considerazione e implementato progressivamente nel campo dell’alimentazione istituzionale.
“E il fatto è che cerchiamo la piena conoscenza di ciò che mangiamo e, quindi, gastronomia e alimentazione devono dialogare, capirsi, far parte dello stesso menu“, ha sottolineato lo specialista. A seguito della pandemia di coronavirus, alcuni settori di attività come il settore della ristorazione devono affrontare una situazione critica. Anche l’alimentazione collettiva, nell’ambiente scolastico o nell’ambiente di lavoro, ne risente in modo marcato.
“Viviamo in una situazione di grande incertezza in cui oso dire che mangiare fuori in tante occasioni diventerà un servizio imprescindibile. Anche se, nell’immediato futuro e per un tempo ancora da definire, è possibile che buona parte della popolazione evita di recarsi nei suddetti stabilimenti per timore di contagio” ha chiosato.