La manovra di bilancio al vaglio del governo è molto controversa, tra i rigidi vincoli da rispettare e le numerose tasse che si ha intenzione di inserire o rimodulare, per cercare di far quadrare i conti.
Ma c’è una misura che sta facendo discutere non poco: la possibilità di aumentare ulteriormente le già salate tasse di soggiorno nelle maggiori città mete di turismo.
Nello specifico, secondo una modifica al decreto fiscale approvata dalla commissione Finanze della Camera, le città che ogni anno registrano presenze oltre venti volte il numero dei residenti, potranno aumentare la tassa di soggiorno fino a 10 euro.
La tassa di soggiorno ricordiamo essere un’imposta che ciascun viaggiatore deve corrispondere per ogni notte trascorsa all’interno di ostelli, hotel, bed and breakfast e campeggi dei principali centri urbani italiani.
Il suo valore finora è sempre stato compreso in una forbice che andava da 1 a 5 euro a persona per ogni notte di pernottamento, ma a quanto pare potrà essere addirittura raddoppiato, pesando non poco quindi sulle tasche dei viaggiatori.
In generale, sono 1.020 i Comuni italiani che applicano l’imposta di soggiorno (997) o la tassa di sbarco (23) con un gettito complessivo che nel 2019 si avvia a doppiare la boa dei 600 milioni. Questi Comuni, pur costituendo appena il 13% dei 7.915 totali, ospitano il 75% dei pernottamenti registrati ogni anno in Italia.
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