Erano “figli di”, “mamma e papà di”, “zii e cugini di” qualcuno: prima inizieremo a vederla così e smetterla di catalogarli semplicemente e riduttivamente come “migranti” e prima di renderemo conto della tragedia umanitaria che continua a consumarsi nei nostri mari.
Nelle scorse ore una barca con a bordo alcune decine di migranti ha fatto naufragio a un miglio dall’Isola dei Conigli, davanti alla costa di Lampedusa. La barca soccorsa non aveva richiesto aiuto né segnalato la sua posizione. Le motovedette hanno individuato un barchino di circa 10 metri in difficoltà con circa un centinaio di persone a bordo che, verosimilmente per le cattive condizioni meteo marine, subito dopo si è capovolto.
Le motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza hanno tratto in salvo 149 migranti, di cui 133 uomini, 13 donne e 3 bambini.
Purtroppo non si è riusciti a salvare tutti: gli stessi occupanti del barcone hanno fatto sapere che si sarebbero almeno venti dispersi. Ed in queste ore sono ricominciati a riaffiorare i primi cadaveri: il primo sarebbe quello di una donna, mentre il secondo è talmente martoriato da rendere, per il momento, impossibile perfino definirne il sesso.
La Procura di Agrigento indaga per naufragio, favoreggiamento dell’immigrazione, e morte come conseguenza di altro reato.
foto@Flickr