La notte di Capodanno è una notte di festa e spensieratezza, ma è soprattutto una notte di grande speranza per il nuovo anno, che si spera sempre sia migliore e più fruttuoso di quello appena passato.
Una notte che ha significato addirittura la possibilità concreta di “rinascere”: a Torino, infatti, nella notte di Capodanno all’ospedale Molinette due persone sono rinate a nuova vita grazie al dono più grande, la donazione di organi ed ai relativi trapianti.
Nello specifico, il giorno di San Silvestro si è spento all’improvviso, a seguito di ictus ischemico, un uomo di 82 anni residente a Novara. I suoi parenti hanno acconsentito all’espianto degli organi, in particolare di fegato e reni.
In pochi minuti vengono attivate le procedure alla Città della Salute di Torino, con il coordinamento dal Centro regionale trapianti, diretto dal professor Antonio Amoroso.
Il primo a ricevere il preziosissimo dono è stato un uomo di 56 anni, della Campania, affetto da epatocarcinoma, un tumore del fegato. Il trapianto è durato circa 7 ore ed è stato effettuato dall’équipe del professor Mauro Salizzoni.
Subito dopo è iniziato un doppio trapianto di rene su una donna di 71 anni di Cuneo, affetta da nefropatia. Il trapianto ha visto impegnati in sala operatoria gli urologi del professor Paolo Gontero ed i chirurghi vascolari del dottor Maurizio Merlo, coadiuvati dai nefrologi del professor Luigi Biancone.
Molinette, due trapianti nella notte di Capodanno
Un caso simile si era già verificato una settimana prima, esattamente la notte di Natale, sempre nello stesso ospedale, che rappresenta un’eccellenza tutta italiana nel settore.
Il 24 dicembre una donna di 48 anni era morta per un’emorragia cerebrale al Maria Vittoria e la famiglia aveva subito comunicato la volontà di donare i suoi organi.
La maratona della Città della Salute di Torino, coordinata dal Centro regionale trapianti diretto Antonio Amoroso, era iniziata in tarda notte tra il 24 ed il 25 con un trapianto di entrambi i polmoni su un’unica ricevente, una donna di 52 anni, affetta da bronco pneumopatia cronico ostruttiva.
Poco dopo l’attività in sala operatoria era ripresa con un raro trapianto combinato fegato – rene su una donna di 59 anni, affetta da epatopatia policistica. Per quanto riguarda il fegato la prima parte è stata effettuata dall’équipe del professor Mauro Salizzoni, mentre la seconda per il rene ha visto in sala operatoria gli urologi del professor Paolo Gontero ed i chirurghi vascolari del dottor Maurizio Merlo, coadiuvati dai nefrologi del professor Luigi Biancone.
Il secondo rene era stato trapiantato il giorno di Natale su una donna di 44 anni, affetta da glomerosclerosi.
Risultati eccezionali che non fanno che accrescere l’eccellenza di questa struttura all’avanguardia. Ricordiamo infatti che solo pochi mesi fa, ad esempio, il Centro trapianti di fegato dell’ospedale ha tagliato il traguardo dei 3mila trapianti, guadagnandosi il primato europeo e ponendosi nelle prime posizioni a livello mondiale. Il primo avvenne nell’ottobre del 1990 su un uomo di 44 anni.
Secondo il registro mondiale dei trapianti dell’Università di Heidelberg, in Germania, il record raggiunto il 17 luglio consente alla struttura ospedaliera torinese di raggiungere in prima posizione poli di eccellenza come quelli britannici di Cambridge, Birmingham e il London Kings college, oltre allo statunitense centro di Dallas. Il risultato, si legge in un comunicato diramato dell’università, è frutto di poco più di 25 anni di lavoro.