La scrittrice sudafricana Nadine Gordimer ci dice addio, è morta all’età di 90 anni per un cancro al pancreas.
Vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 1991 e del Booker Prize nel 1974. Scrittrice e donna energica, ha conosciuto Nelson Mandela e ne diventò amica. Ha combattuto le diseguaglianze sociali, la criminalità, l’apartheid, l’immigrazione. Nel 2006 fu aggredita nella sua casa e così dichiarò: “L’apartheid non esiste più – aveva detto nel dicembre scorso a La Stampa – ma abbiamo fallito nell’obiettivo di garantire a tutti la possibilità di una vita decente”. Il suo primo romanzo fu, I giorni della menzogna è stato pubblicato nel 1953, racconta di una giovane donna bianca che vive in un paese pieno di conflitti razziali. L’ultimo romanzo invece si intitola, Ora o mai più ed è stato pubblicato in Italia da Feltrinelli, racconta la storia di una coppia, “lei nera, lui bianco”.
Notevole la raccolta di racconti “Beethoven era per un sedicesimo nero“, pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 2008. La Gordimer diceva: “Non è di me che scrivo” – ma di “raggiungere universi che stanno oltre il mondo di cui disponiamo”, rifiutò un premio letterario riservato alle donne, perché “non esiste un premio per soli scrittori uomini”. La Gordimer è stata impegnata anche contro l’analfabetismo infatti ha dichiarato: “È il semi-analfabetismo il pericolo di oggi”, aveva detto a un’intervista al fatto del 2010. Inoltre la scrittrice diceva che “la sua sensibilità alle ingiustizie” veniva “dall’essere cresciuta in Sudafrica“.