Domani, lunedì 25 novembre, sarà la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, data scelta perché in questo stesso giorno del 1960 furono uccise le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana.
Sono passati quasi sessant’anni, eppure ogni giorno nella “civilissima” Italia vendono uccise donne perché sembra inconcepibile che queste abbiano il potere di autodeterminarsi, di decidere di rompere una relazione senza il consenso dell’altro.
L’ennesimo caso di femminicidio proprio in queste ore la donna, di origini romene, residente a Giardinello, 30 anni, è stata uccisa a bastonate e coltellate da un uomo, imprenditore 51enne di Partinico.
La sua colpa? Avergli confessato di aspettare un bambino da lui.
Secondo una prima ricostruzione, la vittima aveva chiesto dei soldi all’uomo, circa 3 mila euro e lui la sera prima aveva promesso di darglieli.
Il giorno dopo si erano quindi visti ma, dopo un rapporto sessuale, i due avrebbero iniziato a litigare. A quel punto l’uomo ha estratto un coltello colpendo la donna alla pancia.
La trentenne si è data alla fuga, ma l’uomo l’ha raggiunta promettendole di accompagnarla in ospedale per curare la ferita che lui stesso le aveva procurato, ma invece l’ha finita con una bastonata in testa, e poi le ha tagliato la gola.
Scene raccapriccianti che sono state riprese anche dalle telecamere di sorveglianza.
Fermato con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, l’uomo ha ammesso le sue responsabilità. Dopo l’omicidio era andato a far colazione al bar e poi dal barbiere.