Se, nell’ambito di una pandemia diffusa a livello mondiale, non si può puntare il dito contro nessuno, è altrettanto vero che è quasi certo che il primo focolaio di Coronavirus sia scoppiato in Cina, nell’ambito di un mercato dove si scambia e vende carne ed animali, vivi e morti.
Una situazione di promiscuità che ha reso possibile il passaggio del virus dagli animali all’uomo, scatenando la pandemia che purtroppo tutti noi abbiamo sperimentato sulla nostra pelle.
Ma, a quanto pare, i cinesi non hanno imparato da quanto vissuto, e difatti questi mercati non solo sono nuovamente aperti, ma stanno scatenando nuovi focolai.
A Pechino un nuovo focolaio è infatti legato al mercato all’ingrosso di Xinfadi, il principale della capitale cinese.
Sono 46 le persone trovate positive ai test, tutte asintomatiche, lì dove due giorni prima era stato riscontrato il primo contagio dopo 56 giorni. Su 517 test eseguiti tra i lavoratori del mercato, 45 sono risultati positivi, mentre un altro contagio è stato registrato in una persona che lavora nel mercato di prodotti agricoli nel distretto di Haidian.
Questo ha portato a far scattare il lockdown in diversi quartieri di Pechino, ben undici complessi residenziali nel sud della capitale della Cina che sono quindi stati isolati.