Naso all’insù la notte fra il 12 e 13 agosto: in questi giorni c’è il picco delle Perseidi.
Bisogna imparare a guardare un po’ meno per terra e un po’ più in alto, in direzione del buio della notte, delle stelle. Già gli antichi padri sostenevano che guardare il cielo fa bene, ci solleva dalle piccolezze, dalle bassezze quotidiane, dai miasmi ammorbanti della mediocrità.
Il cielo in realtà, specialmente d’estate, ci racconta storie fantastiche, ci narra del passato e ci introduce nel futuro. Uno sguardo verso il cielo, come recita una famosa canzone delle Orme, uno dei maggiori gruppi progressive italiani. Molti ignoranti dicono che guardare il cielo non serve. Stare a osservare le stelle cadenti, la Luna, i pianeti, le galassie non serve a niente.
Lo dicevano pure alla fine del millecinquecento, e la Chiesa pure non voleva che si scrutasse il cielo più di tanto, perché si potevano scoprire cose non grate alla divinità; magari che il la Terra non era al centro dell’universo e che i pianeti, Terra compresa, girano intorno al Sole. Ma proprio alla fine del millecinquecento un piccolo uomo dalla grande intelligenza e dall’immensa caparbietà, ha costruito uno strumento fatto di lenti, e lo ha puntato verso il cielo.
Da lì è nata la scienza moderna; anzi, è nata la scienza. Se al giorno d’oggi giriamo con la macchina e con gli aerei, se utilizziamo la risonanza magnetica in medicina, se campiamo quasi fino a cento anni, lo dobbiamo a quel piccolo grande uomo, non dimentichiamocelo. Galileo Galilei. E quel piccolo grande uomo guardava il cielo. Solo un ignorante può pensare che guardare il cielo non serve a niente.
Allora noi tutti bisogna che in qualche misura reinventiamo la nostra vita, perché il cielo notturno è uno specchio: guardando lui, guardiamo meglio pure noi stessi, e questo non è male. Quindi, dobbiamo guardare su anche in questi giorni di calura, anche dopo la cosiddetta notte di San Lorenzo, quella delle Perseidi, lo sciamo meteorico più famoso. Succede che col passare del tempo, il picco di visibilità di questo sciame, si è spostato in avanti; quest’anno, invece del 10 agosto, il picco ci sarà fra il 12 e il 13 agosto.
Perciò facciamo ancora in tempo a vedere la bellezza. La cosa più interessante è che per guardare le cosiddette stelle cadenti, per cacciarle mentre si disintegrano nell’atmosfera, non c’è bisogno di alcun ausilio ottico: niente binocoli, niente telescopi e quant’altro. Ci vuole la nostra vista nuda e cruda, un po’ di costanza e una discreta dose di fortuna. In condizioni ottimali, sotto un cielo buio e magari in montagna, si potrebbero vedere fino a 100 meteore all’ora. Questa è la stima, attendibile, che fanno gli astronomi.
Come noto, le meteore sono dei pezzi di cometa che si staccano dal nucleo e impattano violentemente e a velocità altissime sulla Terra. Le Perseidi, lo sciame meteorico di cui stiamo parlando, è costituito da pezzi della cometa Swift-Tuttle che si sono staccati dal corpo centrale durante l’avvicinamento al Sole. Quando questi pezzi, che vagano nello spazio, intersecano una volta l’anno l’orbita della Terra, abbiamo lo spettacolo delle cosiddette lacrime di San Lorenzo, il Santo trucidato proprio in una notte di Agosto, il 10.
Se poi qualcuno ha voglia, aspettando le lacrime, di vedere qualcosa di interessante al telescopio, quest’estate c’è, proprio in questo periodo, una sfilata fantastica di pianeti, uno appresso all’altro: Venere, Giove, Saturno, Marte. Lo spettacolo nello spettacolo.
Anche con un piccolo telescopio si possono osservare dei dettagli interessanti di questi pianeti, che sono facilmente individuabili nel cielo estivo, poiché luminosissimi.
Perseidi e pianeti, un mix formidabile di bellezza proprio in queste notti meravigliose di agosto.