I ragni sono tra gli animali meno amati in generale: l’aracnofobia terrorizza un numero sproporzionato di persone.
Una paura agghiacciante, persistente ed ingiustificata, quella dei ragni, tanto da diventare persino un’ossessione incontrollabile, responsabile di veri e propri attacchi di panico. Si stima addirittura che l’aracnofobia sia la paura agli animali più diffusa in assoluto, insieme a quella di topi e serpenti.
E secondo una recente ricerca, sarebbe addirittura una paura innata nella specie umana: il nostro cervello sembra identificare ragni e serpenti come “pericolo”, in modo molto veloce e prima ancora che possiamo imparare a temerli. La ragione sarebbe di tipo evolutivo: quello che oggi ci disgusta, un tempo era una minaccia per la sopravvivenza dei nostri antenati.
Ma non si tratta solo di paure ingiustificate: a fronte di tante specie innocue, ne esistono comunque alcune pericolose per l’uomo.
In Italia vivono circa 1.600 specie di ragni, ma quelle di interesse medico sono pochissime: se infatti tutte le specie di ragno sono velenose, tuttavia soltanto una piccola parte di esse può essere considerata pericolosa per l’uomo, poiché nella maggior parte dei casi, seppur dolorosi, i morsi e le punture non inoculano veleno, inoltre molto spesso gli effetti delle tossine risultano blandi e la sintomatologia sparisce in poco tempo.
Tra i più pericoloso nello stivale spicca la Segestria florentina, così chiamata poiché i primi esemplari studiati vennero trovati lungo l’Arno: questo non è un ragno tecnicamente ‘pericoloso’ a causa del suo veleno, , ma principalmente per la spiccata aggressività e il potente e dolorosissimo morso provocato dai cheliceri, i caratteristici denti chitinosi dei ragni, che in questa specie e in particolar modo nelle femmine hanno grosse dimensioni.
Ma è il ragno violino ad essere ritenuto uno dei ragni più pericolosi presenti sul territorio italiano, a causa del suo potente veleno con effetto necrotizzante responsabile del cosiddetto loxoscelismo.
Fortunatamente questa specie inietta il suo veleno solo nel 40 percento dei morsi, ed i suoi effetti più gravi, che possono sfociare sino all’amputazione di un arto, emergono soltanto nei soggetti molto sensibili.
I morsi non vanno mai sottovalutati e bisogna fare attenzione. Il dolore non è subito percepito e i sintomi, infatti, solitamente si avvertono nelle 24/48 ore successive.
Ed è proprio questo ragno che sta provocando una vera e propria psicosi in queste ore a Roma, dove ha già morso diversi malcapitati.
Uno dei malcapitati ha raccontato la sua disavventura a Il Messaggero: “Ho sentito due punture, una sotto il mento e una alla caviglia”. E dopo qualche giorno: “Vedevo come una nebbia e avvertivo una forte debolezza. Una dottoressa, vedendomi in quelle condizioni si è spaventata anche perché il morso del ragno violino può portare lo streptococco”.
Poi, fortunatamente, la cura: “Ho fatto dieci giorni di antibiotici, avevo forte mal di gola, sentivo un gran gonfiore dentro. Dopo la cura sono andata da un infettivologo perché avevo ancora dolore alla gola. Lo streptococco è ancora attivo”.
La sua battaglia contro il morso del ragno violino, continua ancora, a tre settimane dalla puntura: «La si riconosce perché quando si gonfia, dentro è tutto nero, mentre intorno si fanno dei puntini rossi. Il nero è perché la parte è andata in necrosi la carne. Ho ancora una parte, sulla gamba in cui non si è ricreato il normale strato di pelle».
Oltre al mal di gola – “che mi ha cambiato anche il timbro di voce, ora è più roco” – il veleno del ragno le hanno portato anche un’estrema sensibilità alle altre punture, quelle delle zanzare: «Quel veleno mi ha in qualche modo attivato come difesa, reagisco alle punture di insetti in modo abnorme e prima non era così».
“È una brutta bestia: se vuole, sa far male – spiega l’infettivologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano – generalmente non attacca perché tende a restare in disparte ma, se si incattivisce, è pericoloso. Un suo morso può portare prurito e arrossamenti ma anche allergie e bruciori. Non solo, se intervengono batteri anaerobi si possono anche creare danni alla cute, danni muscolari e ai reni. I sintomi si manifestano entro due giorni dalla puntura: a quel punto è indispensabile correre in ospedale”.
È inoltre importante cercare di catturare il ragno responsabile del morso, per poterlo mostrare al personale medico e permetterne una facile e corretta identificazione.