La maggior parte di noi tiene ai propri animali domestici come dei componenti della famiglia a tutti gli effetti: ce ne prendiamo cura, li sfamiamo, li curiamo, piangiamo la loro dipartita.
Eppure c’è ancora chi, senza un briciolo di pietà, gli fa del male, li abbandono e persino li uccide senza pietà.
L’ennesima storia choc viene da Roma: un uomo di 65 anni, originario di Oristano, è stato bloccato e denunciato dalla polizia, con l’accusa di uccisione di animale.
L’uomo ha pensato bene di impiccare il suo cane a un albero in un parco e, subito dopo, di aggredire un agente della Polizia Penitenziaria, che era intervenuto nel tentativo di salvare l’animale.
Subito dopo aver aggredito l’agente, l’uomo si è messo a correre per raggiungere l’uscita del parco con una sega di 30 centimetri stretta in mano. Forse l’intento era quello di usarla per disfarsi del cadavere della bestiola da lui uccisa.
Una volta fuori è salito a bordo di un’auto dove lo aspettavano due complici, cittadine ucraine di 63 e 54 anni, risultate poi le proprietarie del cane ammazzato. Le donne sono state denunciate per favoreggiamento in concorso e resistenza.
L’uomo ha risposto alle domande della polizia spiegando che “il cane ormai era un trovatello adottato 8 anni fa ed era diventato ingestibile. Giovedì sera (il giorno precedente all’uccisione del cane) ha morso la mano alla padrona che ha così deciso di liberarsene”.