Le modalità scelte per compiere l’efferato delitto sembrano quelle di un’esecuzione mafiosa a tutti gli effetti, a cui va aggiunto che l’uomo non era certamente uno stinco di santo, ma al momento la verità è ben lontana dal venire fuori e quindi gli investigatori non stanno tralasciando alcuna pista.
Il famoso ultra, 53 anni, alias Diabolik, storico capo ultras degli Irriducibili della Lazio, era andato, probabilmente per un appuntamento, al Parco degli Acquedotti, a Cinecittà, quando, intorno alle 19, un uomo col volto parzialmente coperto con un foulard e un caschetto, vestito come un runner, lo ha sorpreso da dietro e gli ha sparato a bruciapelo un colpo di 765 che gli ha trafitto l’orecchio sinistro.
Un agguato in piena regola quindi quello che è avvenuto alla periferia di Roma: gli inquirenti parlano di una vera e propria esecuzione alle spalle della vittima.
Il nome di Diabolik è legato a tante azioni messe a segno dagli Irriducibili, gruppo ultrà vicino agli ambienti di estrema destra e autore di una lunga contestazione nei confronti dell’attuale presidente della Lazio, Claudio Lotito.
Ma non sono certo gli unici reati a macchiargli la fedina: tra le tante cose, nel 2013 fu arrestato dalla guardia di finanza alla periferia di Roma, dopo un mese di latitanza, con l’accusa di essere il promotore di un traffico internazionale di sostante stupefacenti fra l’Italia e la Spagna, mentre nel 2016 gli erano stati invece confiscati beni per un valore superiore a due milioni di euro.
Ma chi è stato a dar appuntamento e quindi a quindi a uccidere quello che nei rapporti della polizia viene descritto come un soggetto “pericoloso, prepotente, indifferente ai numerosi provvedimenti di polizia adottati nei suoi confronti”.