La pandemia ha stravolto la vita di tanti, ha cambiato le abitudini, in un modo o nell’altro, ha condizionato tutti i principali aspetti della nostra vita. Il Covid non si è fermato solamente alla salute fisica, ma ha colpito fortemente anche quella psicologica, andando a toccare i disturbi alimentari di numerosi pazienti. Non è un caso che, in questo senso, durante il periodo di pandemia sia stato segnalato un boom di ricoveri, il quale aumento raggiunge una percentuale pari al 48% e a cui va aggiunto un incremento del 36% dei sintomi legati a disturbi alimentari come la bulimia, l’anoressia nervosa ed altre patologie correlate al cibo. Questi sono i dati raccolti dalle ricerche, circa 53, effettuate dall’International Journal of Eating Disorder, che hanno coinvolto più di 36 mila pazienti, con un’età media di 24 anni e di cui più del 90% donne.
L’effetto del Covid è stato a dir poco devastante, considerando il fatto che ha portato le persone ad isolarsi ha reso più complicata la risoluzione di loro problemi fisici e disagi mentali pregressi. L’impossibilità di socializzare ha spinto molti pazienti a una condizione di fragilità emotiva piuttosto significativa, dalla quale sono scaturiti sentimenti di solitudine, idee suicidarie, sensazioni di abbandono e di allontanamento dal contesto al quale tutti eravamo abituati. Questo, specialmente in persone che soffrivano già di disturbi alimentari, ha condotto ad un peggioramento della salute mentale e di quella fisica, connettendo le difficoltà del cervello a quelle dell’intestino. Come riportato dagli esperti, gli individui soggetti a questi tipi di patologie cadono più facilmente in disturbi quali depressione ed ansia.
A proposito di questo, un’indagine condotta in Italia e pubblicata sul Journal of Affective Disorders nel 2021 ha evidenziato che durante il lockdown c’è stato un incremento del 30% di attacchi di panico, del 20% di depressione ed ansia, del 18% di insonnia e del 16% di sintomi post-traumatici. Nonostante l’uscita dalla fase più grave ed acuta della pandemia, iniziata con l’annuncio del primo lockdown del 9 marzo 2020, l’ansia ha registrato un ulteriore aumento del 10%, mentre gli altri disturbi sopraccitati sono rimasti tutti allo stesso livello. Ad aggravare ancora di più la situazione, proprio durante il lockdown, è stata sicuramente la difficoltà che hanno provato i pazienti nell’accedere alle proprie cure e nel rimanere a stretto contatto con i propri medici. Come superare dunque gli ostacoli? I problemi fisici legati ai disturbi alimentari sono una conseguenza di un aspetto psicologico che, per un motivo o per un altro, non funziona come dovrebbe. È importante insegnare alle persone che la psicoterapia non è una vergogna, che affidarsi agli esperti è il modo migliore per affrontare e per tornare ad avere una vita più serena. Questo vale per ogni tipo di disturbo. Se il problema è un disturbo connesso al cibo, può essere utile rivolgersi a uno psicologo esperto in bulimia e disturbi alimentari a Roma come nelle altre città. La terapia aiuta a comprendere il motivo per il quale una persona ha sviluppato un disagio, a capire come controllarlo, come superarlo e come trovare una condizione che sia in grado di portare ad una maggiore soddisfazione.